Alba Race 2013

IMG_3368Quando un corridore inizia a partecipare alle gare, immediatamente si sente un’atleta. Non è importante con quale tempo si arriva, quale sia il tuo passo, la tua velocità, quanto fiatone hai o quante persone hai davanti o dietro, già solo il pettorale ti fa sentire tale. Poi lo start, l’arrivo, il fascino della partenza tutti insieme, lo scatto finale, il percorso, in qualche caso la medaglia ricordo, tutto aiuta in questo processo di auto convinzione non c’è niente da fare, a tutte le età, sfido chiunque a dire il contrario. Ci si sente atleti, è vero, ma mai come quando corri l’Alba Race. La gara più affascinate che c’è, partenza alle 5:30 di mattina con il cielo ancora buio e con le strade vuote. L’Alba Race è la gara che ti fa sentire un vero malato di corsa, ti fa svegliare alle 4, colazione, riscaldamento e via, ti fa percorrere tutto il foro italico, tempio dello sport italiano e soprattutto ti fa arrivare in volata sulla pista da atletica dello stadio Olimpico, il tempio, la casa dell’Atletica, la madre di tutte le arene, l’Olimpico con i suoi anni di storia, con la sua maestosità si apre per te, ti lascia entrare e tu non devi far altro che godertelo. Un percorso di 6 km tra i luoghi più importanti dello sport italiano, partenza dallo stadio dei marmi, accanto alle statue delle varie discipline, poi una volta preso lungotevere, lo stadio del nuoto e quello del tennis, poi ancora stadio dei marmi, prima da sopra poi da sotto, sulla pista, con quegli atleti che sembrano guardarti e darti la carica. E’ impossibile rimanere estranei, ti senti circondato da mostri sacri dello sport, e non puoi fare brutta figura, corri alzando lo sguardo sperando di fare bene, il cielo si sta schiarendo e tu sai che stai facendo del tuo meglio. Poi di corsa ancora verso lo stadio del tennis, giro intorno e via, lungo viale dei gladiatori, quasi un preludio al trionfo, senti l’odore dell’erba, senti il cuore che inizia a battere forte, in un attimo stai accelerando, entri nel tunnel, buio e poi immediatamente la luce. Resti quasi immobile, ti godi questo spettacolo immenso, intanto fai un giro lungo la tribuna Tevere, poi sotto la curva sud e il rettilineo finale, quasi tutto in apnea, perché non vuoi perderlo questo momento, vorresti trattenerlo con te come il respiro prima dell’arrivo. L’Olimpico ti guarda sembra gradire il silenzio di tanti atleti, si sente la sua approvazione, è vuoto ma è pieno di emozioni di sensazioni, è pieno di storie, corri come forse mai prima, sei li è l’unica nota negativa è che è già finito.  La mia gara questa mattina è stato questo, non voglio neanche parlare di tempi, che per altro non sono stati niente male, è stata un emozione, un sospiro trattenuto, un sogno, forse perché era ancora notte, forse non è successo, forse me lo sono solo immaginato, ma dove tra qualche ora Bolt correrà alla ricerca dell’ennesimo record io sono arrivato, riuscendo anche a togliermi le scarpe, volevo sentire quella pista morbida sotto i piedi, me la sono goduta, l’ho sentita, eravamo 1200 ma potevo essere da solo, non sentivo nulla, è stata la mia prima Alba Race e già non vedo l’ora di correre la prossima

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